IL DRAMMATICO APPELLO DEL CENTRO NAZIONALE DELLA SANITÀ: ‘MANCA IL SANGUE’, MOLTE REGIONI A RISCHIO

    Nel Paese risuona ‘l’allarme sangue’: nelle prossime settimane se si continueranno ad ignorare gli appelli lanciati nei confronti dei donatori volontari, “la rete trasfusionale nazionale non sarà in grado di soddisfare i Livelli essenziali di medicina trasfusionale”. Come spiegano infatti dal Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità, nelle ultime settimane è capitato più volte che siano state superate le 1.100 unità mancanti su tutto il territorio nazionale. In particolar modo, negli ultimi due mesi in molte Regioni è accresciuta la carestia di sangue, al punto tale da minacciare anche le terapie salvavita, gli interventi chirurgici programmati e, soprattutto, quelli in emergenza. Premesso poi che le eccedenze non hanno mai superato quota 160, nel dettaglio il Sistra (il centro informativo centrale dove le Regioni carenti o con un’eccedenza inseriscono ogni giorno il proprio fabbisogno e le unità disponibili), lo scorso 4 luglio si è registrata la carenza maggiore, con richieste inserite per 1.130 unità. Oggi ad esempio ne mancano 900. Ome denuncia Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro nazionale sangue, “A rischio ci sono terapie salvavita, considerando ad esempio che per un paziente leucemico servono 8 donatori a settimana o che le talassemie e le altre emoglobinopatie assorbono circa il 10% delle unità raccolte sul territorio nazionale, ma anche gli interventi chirurgici, se si pensa che ad esempio per un trapianto cuore-polmoni possono essere usate fino a 30-40 sacche di sangue. In questi ultimi mesi in diverse occasioni – spiega ancora Liumbruno – le Regioni con capacità di produzione maggiore non sono riuscite a rispettare gli accordi programmati all’inizio dell’anno per fornire sangue a quelle con carenze croniche. È importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta. Per questo all’appello ai donatori si aggiunge quello alle Regioni, affinché consentano alle Strutture trasfusionali da loro dipendenti una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura, anche dotandole delle necessarie risorse umane, in modo da consentire, anche nel periodo estivo, la donazione non solo nei giorni feriali e negli orari canonici del primo mattino”. Dal canto loro, le Associazioni e Federazioni nazionali dei donatori di sangue (come le note Avis, Croce Rossa italiana, Fidas e Fratres), cercano di fare del loro meglio, coordinandosi continuamente con i professionisti di settore, sollecitando inoltre i volontari a recarsi a donare per soddisfare le necessità dei pazienti. “Le recenti situazioni di maxi emergenza – osserva ancora il direttore del Cns – hanno dimostrato come i cittadini sappiano rispondere consapevolmente e responsabilmente agli appelli. Tuttavia è importante che i cittadini comprendano che la vera sfida del sistema è assicurare quotidianamente e in ogni periodo dell’anno le disponibilità di sangue ed emocomponenti che garantiscono gli oltre ottomila eventi trasfusionali ogni giorno effettuati nel Paese. I donatori e i pazienti non vanno in ferie”. Infine, tra le regioni italiane maggiormente colpite dalla carestia di sangue, si distinguono Lazio, Abruzzo, e Basilicata, Particolare attenzione poi alla Sicilia, e soprattutto Sardegna le quali, oltre che per le consuete esigenze, il fabbisogno è principalmente dettato dall’elevato numero di pazienti talassemici, bisognosi di sangue per le terapie.
    M.